giovedì 27 maggio 2010

Paesaggio in cornice
Michele Acciali
Emma Sofia Bandini
Beatrice Brienza
Irene Calderoni
Sara Campagnini
Martina Carpi
Giulia Cocchi
Arianna Gea Gaudiello

Debora Masetti
Francesco Prati
Laura Serafini
Annalisa Simonini
Nicolò Valicelli
classe IV sez. B Pittura e
Decorazione Pittorica del Prof. Antonio Borzì ISARTIstituto Superiore
Artistico

4 giugno - 4 agosto
a cura di
Caterina MorelliInaugurazione venerdì 4 giugno ore 18.30un progetto di INA
ASSITALIA PER I GIOVANI
INA
Assitalia – Agenzia Generale Bologna Centro
Via de' Pignattari, 3
– Bologna

Telefono: 051 6405282E-mail: relazionipubblico@inabologna.it
Orari: lunedì-giovedì, 9.00-13.00 14.30-17.30, venerdì, 9.00-13.00


Italia, paese per vecchi? Non si direbbe, stavolta. La ricetta è presto
fatta. Si prende un vecchio tema, ma di quelli assai classici. Si aggiunge
l'utilizzo della tecnica ad olio, e in uno spazio si mescolano assieme le opere
di 13 studenti. Mesdames et messieurs, ecco a voi Paesaggio in cornice, realizzato
dagli studenti della IV B dell'Istituto d'Arte di Bologna.

Annalisa Simonini, Ritorno a casa. A bordo di
un'auto, seduti sul sedile di un treno, rosseggia il tramonto che non segna
solo la fine del giorno, ma anche quella di un viaggio, mentre con lo sguardo
si cerca la propria città dove sempre si torna. Sulla via verso casa si staglia
netta, ma avvolta da echi di fiaba la sagoma del santuario, stabile come in un
ritorno a sé stessi.

Sara Campagnini, Senza titolo. La visuale è
stretta dai monti, che dominano tutt'attorno con l'imponenza delle vette, e lo
sguardo oppresso dall'oscurità della notte. Ma il chiarore lunare può
squarciare il velo nero, illuminando maestosamente il volo di un'aquila,
lontana dagli stormi.

Martina Carpi, Visione
di altri piani. Il verde di una testuggine
domina tutto l'insieme, unica testimone animale nuotante in una danza di
colore. I cromatismi del blu si rincorrono tra il fondale marino e il cielo
fiammeggiante, illuminati dalla cornice dove i toni acidi si alternano a
formare un contorno vegetativo, per metà palustre e sommerso, per l'altra
incantato e animato.

Giulia Cocchi, Soul.
Non basta solo il mare a definire il paesaggio. E nemmeno una donna dal volto
scuro, il cui abito dalla fitta tramatura si fonde tra sabbia e cielo. Stretta
in un oblò e inghiottita da un valzer di parole, la staticità dello spazio
sembrerebbe poter iniziare a girare vorticosamente, fino a raggiungere un'altra
dimensione.

Debora Masetti, Ospiti
a colazione. Bianco, materia, spatola, pennello. E lo sguardo che si
concentra su oggetti quotidiani, negli interni di una casa, col gusto classico
della rappresentazione di una natura morta. Ma quegli oggetti immobili e senza
vita, divengono materia pulsante, restituendo identità a oggetti e stoviglie
testimoni di un invito mattutino, sui quali l'attenzione quotidiana scivola
frettolosamente.

Francesco Prati, Bouquet
in nero. Quando si gioca con gli stili, può accadere che un mazzo di
fiori si apra inaspettatamente su di un velo nero. Un omaggio floreale sembra
fluttuare nell'oscurità dello sguardo, racchiuso dalla cornice realistica che
si assembla arditamente alle sfumature cupe e all'esplosione di colore.

Irene Calderoni, Sogno
e testa. Il racconto ha inizio con una piccola casa, circondata dalla
vegetazione, nei pressi delle rive di un fiume placido e i colori del cielo che
virano verso l'azzurro. Ma è impossibile impedire l'arrivo dell'inquietudine,
del perturbante fiabesco: bulbi oculari osservano a distanza la tranquillità
apparente, forse solo un'illusione.

Beatrice Brienza, Frame.
Echi di bosco connotano il paesaggio, nella consuetudine di una fetta di natura
composta da alberi e cielo. Ed ecco che a sorpresa una natura morta si insinua
nella cornice, ornandola di frutta e monili femminili, romantici come le fronde
che la racchiudono con grazia.

Michele Acciali, Stramberìa.
Apocalittico o ordinario? La natura è diventata di cristallo e acciaio, ed
estende verso l'alto le sue propaggini cementizie. Nulla lascia presagire
catastrofi né cupe vicissitudini: resta solo un senso di vertigine.

Arianna Gea Gaudiello, Gli
occhi e il paesaggio. Una bocca fagocita le immagini di una strada. Che
accade? Qualche palazzotto rimane illeso. Però altre forme rotolano sul
cemento, assemblandosi in un puzzle di tondi e frastagliati, concime per un
tronco dai rami tentacolari.

Nicolò Vallicelli, L'alba
e il tramonto dell'uomo. Gli scuri legnosi aprono un interno soffocante
verso l'esterno. Esterno che esplode in una lingua infuocata, palpitante e
gonfia. Uno sguardo si interroga, alla ricerca di altri occhi, senza trovare
risposta.

Emma Sofia Bandini, Senza
titolo. Sulla scia lunare, una barca si indirizza verso il largo,
l'altrove. Potrebbe forse raggiungere una terra decorata da palmizi, esotica e
distante, dove i fiori esplodono in forme sconosciute e selvagge. O forse solo
restare ormeggiata distante dalla riva, beandosi del sereno chiarore notturno.

Laura Serafini, E' un
furetto. Certamente, è un furetto a guardare, o meglio spiare da una
finestrella che pare un varco aperto in una galleria autostradale. Ma il suo
padrone non dev'essere troppo distante, compiaciuto dal condividere con la
capricciosa bestiola il rassicurante paesaggio, caldo e immobile.

Sara Dragani

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