"supeResistenze”
Personale di Valerio de Filippis
Personale di Valerio de Filippis
a cura di Angelo Andriuolo - Francesco Giulio Farachi – Tommaso
Evangelista
in collaborazione con Nino Barone
progetto grafico di Stefano Ferracci
Inaugurazione sabato 26 Gennaio ore
18.30
26 Gennaio / 7 Febbraio 2013
Officina
Solare
Via Marconi, 2
Termoli (Italy)
Via Marconi, 2
Termoli (Italy)
I
lavori di Valerio De Filippis descrivono un’umanità dalle connotazioni forti,
energiche e tormentate, in cui la fisicità dei soggetti è quasi solo dato
visuale e concreto, forma e corporeità di anime forgiate al fuoco
dell’esistenza. Sono “super-esistenze”, in quanto appartenenti a una dimensione
che sta al di sopra delle righe del quotidiano, espressione di interiorità, non
innocente e denudata al fondo primordiale della natura umana, ma anzi sovraccarica
sovrastrutturata e eccedente di tutti gli stimoli, i condizionamenti, la
complessità e il tormento del presente vissuto. Non vi è quindi una accezione
superoministica, eroica e idealizzata della qualità umana, ma quel che di
irriducibile e solenne è percepibile in queste figurazioni è la consapevolezza
orgogliosa del fardello della vita, la sfida audace e quasi impudente verso
tutto ciò che di bene e di male l’esercizio quotidiano del vivere comporta. Per
questo nel titolo viene evidenziato anche l’aspetto della “resistenza”, sia nel
senso di opposizione all’appiattimento e alla narcosi delle coscienze che è
oggi diffuso, sia nel senso di percezione di tutti gli strascichi e le zavorre
che trattengono la spiritualità umana dall’elevarsi al di sopra della propria
condizione di dolore.
da
supeResistenze (francesco giulio farachi)
A volte questo modo di dipingere sembra
esser condotto deliberatamente come aperta sfida al perbenismo dei benpensanti,
unisce classicità di forme a un senso di moderna tragicità o di moderno
cinismo, sfodera la violenza della bellezza. È un atto di ribellione, uno
scuotimento delle coscienze, una “r-esistenza”. L’intimità dei corpi, quella
dei momenti nel chiuso di una disperazione, ha un che di sublime ed eroico, è
come un’autoaffermazione contro il mondo esterno, le minacce e i
condizionamenti; al tempo stesso è un’intimità che si costringe al confronto,
che ristabilisce la continuità fra interiorità e realtà oggettiva, che fa della
propria nudità e naturalezza il terreno comune riconoscibile per una
rivendicazione di essenzialità e verità del mondo.
da
Navigatore d’Ombra (angelo andriuolo)
Valerio de Filippis ha scelto,invece, la
via più dura. Sulla linea di confine, sempre, vive la sua Arte ogni volta con
l'intensità dell'ultima volta. Come se poi mai più dovesse dipingere. Ogni sua
opera è il suo "Jisei no ku", la sua Poesia Finale. Quello che
la sua mano crea ha radici profonde nel suo Io, non nasce da un desiderio ma da
una necessità.Valerio è un Navigatore d'Ombra. Uno che la conosce bene, e bene
conosce le rotte per navigarla. Senza perdersi e confondersi nell'abbraccio
soffocante della tenebra. Un nichilista si! Ma fornito di una certa dose di
istintiva speranza....
da
supeResistenze (tommaso evangelista)
L’opzione figurativa di De Filippis non
scivola quasi mai però sul terreno del realismo ingenuo bensì è sempre ispirata
da immagini visionarie, soggettive e paranoiche, che costantemente alludono
alla vita segreta delle cose. Un mondo verosimile ma parallelo è descritto con
rara maestria nel tentativo di opporre all’invadenza dell’astratto la ricerca
di un senso sottile, e quasi misterioso, nelle realtà oggettive dove i corpi si
immobilizzano nel momento del loro svelarsi.
un
progetto di Officina Solare e Ars Imago Dei
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